Maldestro è stato grande protagonista all'Ex Opg je so' pazzo di via Matteo Renato Imbriani, 218 a Napoli. Neanche la pioggia ha fermato i presenti accorsi per l'occasione. Ecco il report foto-video realizzato dai nostri inviati ed il commento al concerto dello scorso 8 settembre di Maria Villani ed Alessandro Mancini. L'opening è stata affidata alla Uanema Orchestra.
Il pensiero di Alessandro
"In un luogo dove la Caparbietà di Studenti Universitari é riuscita a rendere sede di eventi Socialmente Utili quel che era il regno di un trattamento quotidiano disumanamente lontano da cure reali , si è tenuto il bellissimo concerto di Maldestro.
Il cantautore napoletano é entrato subito in sintonia con il numeroso pubblico accorso ed ha saputo far ballare ed emozionare allo stesso tempo.
Si capisce ,dalla sua Semplicità, che non si é ancora accorto di quanto il pubblico lo stimi...
Terminiamo con un po' di pioggia la visione del concerto, convinti che potrà diventare un Nome Importante nel panorama della musica italiana cantautoriale !!"
Il pensiero di Maria
"Ma non si può cantare sotto la pioggia?" Il finale è un assolo accompagnato dalla sola chitarra acustica: Maldestro canta e racconta i Muri di Berlino, tutti quei muri da saltare o da trasformare in ponti, come dice lui stesso presentando il concerto all'Ex OPG occupato, un luogo dove la gente "lotte per il proprio futuro". E i muri sono tanti: in amore, nel lavoro, dentro di noi e "sta a noi stessi c'è li siamo costruiti. Gioca a fare l'ubriaco Maldestro quando racconta dell'amore o per meglio dire di amori inverosimili nati per colpa dei fumi dell'alcool, diventa intenso in Canzone per Federica , che gli ha regalato il secondo posto e il premio della critica a Sanremo lo scorso Febbraio e quasi rabbioso in Sporco Clandestino, dedicato alle prime vittime di tutte le guerre: i bambini. Maldestro avvince, coinvolge, incanta il pubblico, che non vuole andar via nonostante la pioggia abbia imposto la chiusura veloce dell'evento, riesce a strappare un bis, non va altrettanto bene la seconda volta. L'arrivederci è frettoloso ma affettuoso; rimane un messaggio: su ogni muro si nasconde una crepa e se la vedi ricomincia la vita."
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Foto e video: Raffaele Russomando e Maria Villani
Articoli a cura di Maria Villani e Alessandro Mancini
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Redazione Radio No Frontiere
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